Se vuoi convertire i tuoi sogni in realtà, dovrai imparare a conoscere te stessa/o.
Quanto più ti conoscerai, tanto più ti avvicinerai a ciò che desideri ottenere. quanto più ti conoscerai, più ti amerai. E solo nel momento in cui ti amerai davvero, potrai condividere il tuo amore con gli altri.”


Hernàn Huarache Mamani

La Profezia della Curander

2013

2013
"COSTRUTTORI DI SUCCESSI"
La vita..le gare..scorrono e noi insieme a loro.
Le emozioni crescono, e nuove sensazioni si vivono..
nuove culture e persone si conoscono.
Viviamo il presente…questi fantastici momenti
e aspettiamo fiduciosi il futuro.

2014

2014
Tra vent’anni non saremo delusi delle cose che abbiamo fatto ma da quelle che non abbiamo fatto. Allora leviamo l’ancora,abbandoniamo i porti sicuri, catturiamo il vento nelle nostre vele. Esploriamo.. Sogniamo..Scopriamo. Mark Twain

2015

2015

2016

2016
UNITI..COMPATTI..PRATICAMENTE INDISTRUTTIBILI!!!

2017

2017
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. Dalai Lama

CDPpino RUNNER…


Allenati come un atleta.
Mangia come un nutrizionista.
Dormi come un bambino.
Vinci come un campione.
(Anonimo)

***

Quando stai per mollare, fermati un attimo e pensa al motivo per il quale hai resistito fino ad ora

Pensa alla meta, non a quanto sia lungo il tragitto

Rimboccati le maniche e non avere paura della fatica

Guardati allo specchio e riconosci quel sognatore che ti sta di fronte

Lotta e combatti e quando ciò che desideri sarà tuo

porta una mano al cuore e sentirai in ogni singolo battito

l'eco di ognuno dei passi che hai compiuto

See you at finish line!

(CI VEDIAMO AL TRAGUARDO)

giovedì 28 aprile 2011

Cuore e batticuore


minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni……………non è importante il tempo ma l’obbiettivo.
 MATTIA
Fare una gara di corsa è un po’ come affrontare un percorso di malattia. Io, per esempio, sono “in gara” da tre anni.
Tutto è iniziato così…
Un bellissimo giorno d’estate, all’incirca alle 16 del pomeriggio, la mamma mi chiama e mi dice:
-       Mattia preparati che appena arrivo si va dal pediatra.-
Io ho risposto:
 - Uffi, ma io volevo andare in moto! Vabbè vorrà dire che mi preparo e mentre ti aspetto ci vado…-
 E così fu.
Appena arrivata la mamma andammo dal pediatra, che visitandomi notò un piccolo pizzico di un insetto, che aveva una cima molto scura ed era molto duro, all’altezza del polso sinistro. Mi mandò subito a fare gli esami e appena le vide disse alla mamma di portarmi subito in ospedale! La vidi uscire dallo studio piangendo e subito capii che qualche cosa non andava.
Al fatto di dovermi ricoverare reagii malissimo, non volevo per nulla salire in macchina …
La mia maratona personale aveva inizio! Si Prospettava tutta in salita, impegnativa e molto faticosa.
Appena arrivato in ospedale mi accolsero come in una grande famiglia; ricordo che c’era di turno l’infermiera del reparto Sabrina e la dottoressa Mastrodicasa. Ci fu subito un dramma: quello di infilare la flebo…ci si impiegò un’ora, con me che piangevo e ritraevo il braccio . Finito il primo “calvario” scesi in radiologia per fare i raggi alla gamba destra che era molto dolorante, perché mia sorella pochi giorni prima mi ci aveva dato un calcio da Supersaian!
I primi giorni di ricovero ero sempre coperto fino alla testa e non volevo  assolutissimamente parlare con nessuno. Completamente chiuso in me stesso e incavolato con il mondo intero iniziai le chemioterapie, che subito fecero effetto.
Finito il primo ciclo, appena risaliti i valori, infatti, mi dimisero per soli 10 giorni…ma Sembrava che la strada cominciasse a spianare!
Al successivo rientro in ospedale iniziai subito il secondo ciclo, anche questo con risultati ottimali, ma con più effetti collaterali: vomito e diarrea!
Ma anche questa volta, appena risaliti i valori, tornai a casa per un mese… e qui la strada si prospettava sempre più in piano!
Al rientro in ospedale iniziai il terzo ed ultimo ciclo di chemio, che durò sei sedute per tre giorni.
Di nuovo mi trovavo a dover percorrere la mia corsa in salita; le forze diminuivano e il traguardo pareva molto lontano.
Finito anche questo ciclo, il 17Novembre 2008 feci il trapianto di midollo osseo, la cui donatrice fu mia sorella Matilde, che venne in aiuto dell’atleta ormai quasi privo di forze.
Da qui sembrò iniziare la discesa.
Infatti, dopo il trapianto sembrava che dovessi restare ricoverato per due mesi, invece, vista la buona risposta del mio organismo, rimasi solo per 30 giorni…il traguardo si avvicinava sempre di più.
Ci sono state, però, a più riprese, complicanze a causa della g.raft cutanea, conseguente al trapianto.
 Il 2009-2010 sono stati anni trascorsi abbastanza bene, con rari ricoveri e la mia vita che sembrava tornare normale.
Il traguardo della guarigione sembrava essere alla mia portata, quando a febbraio del 2010 ebbi complicanze agli arti superiori; non riuscivo più a muoverli e la mia autonomia personale andava sempre più riducendosi, insieme alla mia speranza di poter concludere la corsa..!
Ma grazie alle medicine ed alla fisioterapia tutto gradualmente migliorava, potenziando anche la fiducia di poter arrivare finalmente incolume al traguardo.
A tutt’oggi la mia personale “corsa per la vita”è ancora in atto, anche se sono certo che i pochi metri che mancano alla fine del percorso terapeutico siano facilmente percorribili, perché al momento sembrano essere in discesa.
E’stata ed è una corsa molto faticosa, con molti ostacoli, molte volte mi è sembrato di aver raggiunto il traguardo, mentre invece ero, ancora, assai distante!!
In questa gara, così importante per la vita, mi piace ringraziare di cuore tutto lo staff del reparto di Pediatria Oncologica e tutti i volontari del comitato per la vita “Daniele Chianelli”, che sono stati i miei coach, preparatori atletici, sostenitori lungo il cammino: mi hanno rifocillato, ridato speranza nei momenti bui, tranquillizzato quando ero giù!!!
 Mattia
*
LORENZO
Walking for life… non mi dice niente; anzi, mi spiego meglio… io sono un ragazzo come altri, walking for life vi giuro no so che c+++o significa…!
Bene, la maestra mi ha sempre chiesto che dovevo fare questo lavoro per questa “corsa per la vita”…
un momento aaaaaahhh, siiiiii… walking for life = corsa per la vita. Grazie maestra non la sapevo questa!!! La dovrò aggiungere al mio piccolo vocabolario.
Allora veniamo a noi, paragoniamo questa corsa per la vita al  grande cammino che mi ha portato fin qui,.. dove il traguardo è molto vicino..!!!
Iniziò tutto in una settimana di ottobre se non ricordo male, il 30,… incominciavo a essere pallido ma non quel pallore bianco, ma quel pallido giallognolo.
Io in verità mi sentivo bene, non sentivo nessun sintomo e continuavo abitualmente ad andare a lavorare con il mio favoloso padre che ha un’autofficina meccanica.
In quei giorni ogni volta che tornavo a casa mia madre che mi conosce molto bene e con cui ho un buon rapporto, come una amica, mi vedeva molto pallido e con gli occhi molto gialli, a tal punto da dirmi:
“ Ti sei fumato qualcosa????”
 Io.. la guardai e le dissi:
“Mamma ma che hai!!! Io sto bene..!! Vabbè”
 Finì anche quella giornata e il giorno dopo mia madre controllò sulla sua agenda quando il dottore riceveva…e appena alzato, tutto  rimbambito, mi disse:
“ Oggi al lavoro non vai perché dobbiamo andare dal medico.”
 A dir la verità quel giorno un po’ ero felice perché non mi andava per niente di lavorare.
Arrivammo dal medico e, come al solito, c’era una fila mai vista… e secondo voi chi stava avanti a noi???
Gli anziani hahahahahahha!!! Vabbè perdemmo un pò di tempo con mia madre e finalmente arrivò il mio turno; entrammo e mia madre spiegò la situazione al mio medico.
Lui mi visitò e con aria stupefatta mi disse che ero sano come un pesce. Mia madre insisteva che mi vedeva strano e convinse il medico a fare gli esami del sangue per maggiore sicurezza. Ovviamente, lui, disse che non c’erano problemi!
Io chiesi a mia madre perché dovevo fare gli esami  se stavo bene; mi rispose che voleva che facessi degli accertamenti.
Il giorno dopo passai la giornata tranquillamente ed anzi,  ero molto contento perché la sera di halloween dovevo andare a ballare in disco con gli amici. Dopo quella fantastica serata passata divertendomi molto con i miei amici, la mattina seguente andai a farmi il prelievo del sangue insieme a mia madre, mia zia e mio cugino che anche lui doveva essere “prelevato”!!!
Finimmo di sottoporci ai prelievi, per fortuna eravamo gli unici e c’era da sottolineare che pioveva pure…!!!
Io dissi a mia madre di accompagnarmi al lavoro perché con lei mi scocciavo. E andai a lavorare con mio padre.
La sera stessa mia madre andò a ritirare gli esami e al mio rientro a casa, intorno alle 20 e 30, dopo essermi lavato e vestito, mentre stavo andando via, mi disse che questi esami, confrontati con quelli che avevo fatto 2 anni prima, non erano un buon segno.
Io sinceramente non gli diedi peso ed uscii.
Anche gli amici si accorsero che in me c’era qualcosa che non andava, però io rispondevo: “Non rompetemi anche voi!!”
Il giorno dopo andammo al policlinico di Bari per far vedere i referti degli esami… devo dirvi la verità, vedevo i miei molto preoccupati ed anche un’insegna in cui era scritto “laboratorio ematologico” e un'altra cosa che non ricordo mi metteva ansia… io non sapevo proprio che cosa fosse, ma allora pensavo che sarebbe tutto finito presto  e senza conseguenze per me.
Con urgenza mi portarono al reparto ematologico e sinceramente non stavo capendo un c+++o!! 
Mi ritrovavo senza capire niente in una stanza chiamata “stanza dei trapianti”… mbha, dico, mi sorse un dubbio di qualche malattia, ma  la presi alla leggera.
Il secondo giorno mi spostarono in camera con un simpatico uomo chiamato Giuseppe; verso mezzogiorno vennero a visitarmi i medici e mi spiegarono che cosa avevo; mi dissero chiaramente che avevo la leucemia ed era guaribile, quindi la presi bene.
Conobbi due infermieri, una donna e un uomo; la donna aveva il figlio che lavorava anche lui in officina e mi prese subito in simpatia.
Come al solito io non sapevo cosa stesse succedendo fuori!! .Ma la mattina successiva mio padre entrò nella mia stanza  di corsa, vidi il suo viso bellissimo e mi disse con una battuta delle sue che saremmo andati via da lì, e in quattro e quattr’otto ce ne andammo: destinazione Perugia!!
Arrivammo la sera come dei fulmini e durante il viaggio mi raccontarono tutto ciò che era successo al di fuori dell’ ospedale ed i motivi per cui ci stavamo trasferendo a Perugia.
Arrivati al residence ci accolse una signora di nome Gigliola, io ero veramente frastornato!! 
Mi ricoverarono nel reparto ematologico e la mia prima impressione fu che bisognava fare estrema attenzione alla pulizia e al contatto con le cose e le persone; poi la cosa che mi colpì fu la stanza singola, il bagno, il computer  con l accesso a internet e la tv con alcuni canali satellitari.
All’ inizio ero molto chiuso, come dice la mia amata maestra. ed io le dico che mi piaceva stare nella mia stanza a giocare all’ x box.
Con il passare del tempo ho visto che qui ero come nel paradiso e attorno a me gli angeli. Piano piano mi sono aperto e ho messo a nudo tutto il mio carattere scherzando e giocando con infermieri, dottori e dottoresse, la mia psichiatra e soprattutto con le maestre, a cui voglio molto bene,  i volontari, ed anche tutti i piccini che hanno quasi lo stesso mio problema.
Eeee, che devo dire, la mia corsa è incominciata anche più veloce del solito.. al podio di partenza ero già stremato, inconsapevole rispetto al percorso e costretto a rincorrere un team di “preparatori atletici”forestieri…!!!
Ma pian piano, durante il lungo percorso ho trovato punti di ristoro da cui ripartire alla grande con molta + calma ed energia.
Infine vi dico… mai arrendersi nella vita e superare tutti gli ostacoli che si presentano lungo il cammino con: Tranquillità, voglia di vivere, forza, speranza. Amore, fiducia.
EHeee ragazzi e come se Dio vi mettesse alla prova e la cosa bella è che tu la possa superare.!!! =)
Lorenzo

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