
I primi tornanti danno già l'idea di cosa c'aspetta, mentre il cartello del km successivo si segnala in preoccupante ritardo. Già in molti hanno smesso di correre, e Filippo mentre faticosamente li superiamo, si diverte a contarli in ordine decrescente. Ci affianchiamo a Vedilei: un altro amico "ultramaratoleso" (per dirla alla Davide) conosciuto come pacer alla Maratona di Ferrara.
"Dai che oggi non c'è vento..." gli faccio a ricordo di quel giorno... mi rinfranca con un ironico "per ora è l'ultima preoccupazione...". Filippo è con me da prima delle Piastre: abbiamo chiacchierato del più e del meno come fossimo stati al bar, con le uniche varianti delle scarpette e dei sali a prendere il posto della seggiola in veranda e della birra ghiacciata... (e chi se n'è accorto:) ogni tanto sparisce e ricapita dicendomi di ricordare il km. "ci sono delle ciliegie spettacolari!" (io però non le ho assaggiate...:) Ora il suo lavoro si fa prezioso, con la borraccia d'acqua fresca, (a volte due insieme) sempre a disposizione per bere o bagnarsi. Intanto i tornanti si susseguono, e con loro i podisti che hanno smesso di correre. 34, 35, 36,37... la salita è ancora tanto, troppo lunga, che è meglio non pensarci, anche se i tanti incitamenti della gente ai lati della strada e degli automobilisti nell'atto di superarci sono un ottimo placebo.
Ormai a correre siamo più o meno gli stessi, infilando sorpassi ogni volta che qualcuno di loro cammina qualche metro per prendere fiato: io per ora non l'ho ancora fatto, anche se il bisogno (messo a tacere da un orgoglio forse inopportuno) si materializza di colpo, indurendo sempre più i polpacci
Ogni tanto c'è spazio per qualche battuta atta a sdrammatizzare: "Te Tti sei porthato i baci, llè ppe questo che ancora cchorri..."mentre il podista anziano (ma provate a dirglielo) che mi affianca, provvede ad animare gli incitamenti dispensando massime del tipo:" la stanchezza non esiste: è solo un fatto mentale!"
Intanto Filippo comincia col suo particolare sistema di calcolo:"poco più di due giri del percorso verde..." "meno di due giri..." un giro e mezzo..." ( e così via).
Do un occhiata al Garmin: 45 km... poco dopo incontriamo il cartello del 44° km: non so di chi sia l'errore, ma a questo punto si fa un pò sentire...
Supero ininterrottamente sempre più gente che cammina: Filippo è da parecchio che non li conta più... ormai per tanti lo scopo è solo quello di arrivare... io mi sento bene: avverto fatica ma la voglia di arrivare in cima è immensamente più grande: ora la prudenza iniziale mi viene ripagata in moneta sonante.
Decido anch'io per qualche metro al passo (sarebbe da cretini fermarsi coi crampi per voler correre per forza) la decisione sembra dare i suoi frutti: riparto con le gambe più leggere, e anche il passo sembra giovarne.
Arriva il 45° e quasi non sento più fatica: ormai credo sia fatta, ma "calma e gesso": c'è da rimanere concentrati ancora per un pò.
Filippo intanto comincia a "puntare" quelli davanti: in particolare ce n'è uno che ogni volta che mi sente sopraggiungere allunga il passo... a poco più di un km dall'arrivo viene colpito da crampi, con l'infame mio complice che gli suggersce di stendersi per soccorrerlo.
Entro nell'ultimo km: ormai le gambe vanno da sole... allungo quanto posso tra la gente che fa sentire il suo calore... mi sembra impossibile, ma gli ultimi cento metri ho ancora la forza (o meglio la voglia) per fare una volata contro la mia ombra, perchè di avversari (mai termine fu più inopportuno) non ne vedo.
Colpisco con qualche pugno l'aria, mentre passo sotto il traguardo.
Non riesco a smettere di ridere, mentre abbraccio Filippo che per un attimo si commuove:
sto bene...
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