"tòcca fa i gross..."

Era la calda estate dell'anno 1986: i Moon Ray (perchè a chiamarsi raggio di luna non l'avrebbe cagati nessuno)spopolavano in discoteca con Comanchero per la gioia di Popof , mentre l'Italia pedatoria era tornata con le ossa rotte dal mundial di Mexico e nuvole. Io invece, dopo l'entusiasmante vittoria del campionato di 3^ categoria con la Grifo Calcio, fiutato odor di panca causa la faraonica campagna rafforzamenti in seno alla squadra, decisi di cedere alle lusinghe del mercato settembrino e mi accasai al Casalina football club.

In verità, godevo di un certo credito sulla piazza, tanto che anche il S. Martino in Colle avrebbe voluto beneficiare del mio prezioso contributo, ma, vuoi per le promesse (tutte da verificare) di allestire una squadra vincente, vuoi perchè avevano l'unico terreno di gioco della zona in soffice erba, decisi che il ridente paesello in riva al Tevere sarebbe stata la mia destinazione.

Ordunque: la squadra venne affidata al bucolico quanto corpulento A.R. (noto agli addetti ai lavori come "ranocchione") con un passato di portiere tale da incutere un certo rispetto (anche in virtù del fatto di possedere delle mani somiglianti a dei badili) che mi prese subito a ben volere sin dalla preparazione:

"A Cià: ta te t'emo preso perchè sè uno che corre e che fa i gros...

... perchè per vince le partite hon d'arivà i palloni ta le punte...

...e i palloni c'ariveno co i gros..."

Semplice no? (altro che zona, diagonali, pressing) Il segreto del calcio moderno erano i "gros".

Fu così che mi trovai ad essere uno dei dogmi assoluti dell'inossidabile fede della Casalina sportiva, insieme ad altri due "pezzi da 90":

- Marino Montali da San Terenziano (regista minuto ma con due piedi che ce scriveva)

- tale Spaccini detto "spazzolone" (centravanti vicino alla quarantina bello e robusto che metteva le radici al centro dell'area di rigore facendo 3 passi per partita... ma si il "gros" je lo facevi preciso sulla fronte, capace che la buttava dentro...)

Allora, la tattica era questa: il portiere dava la palla a Marino, che ad 0cchi chiusi lanciava il pallone avanti sulla mia fascia... io già lo sapevo e mi trovavo lì, pronto a raggiungere il fondo e "grossare" per spazzolone, che all'occorrenza, teneva alla larga con metodi persuasivi i difensori, e indirizzava la palla in rete...

A dire il vero qualcosa non andò per il verso giusto... e il simpatico Aurelio terminò lì la sua carriera di "seminatore d'oro..." ma il suo motto resta ancora valido: "tòcca fa i gross" quindi:

"Domenica tutti a Trevi a fa l gros!"