Se vuoi convertire i tuoi sogni in realtà, dovrai imparare a conoscere te stessa/o.
Quanto più ti conoscerai, tanto più ti avvicinerai a ciò che desideri ottenere. quanto più ti conoscerai, più ti amerai. E solo nel momento in cui ti amerai davvero, potrai condividere il tuo amore con gli altri.”


Hernàn Huarache Mamani

La Profezia della Curander

2013

2013
"COSTRUTTORI DI SUCCESSI"
La vita..le gare..scorrono e noi insieme a loro.
Le emozioni crescono, e nuove sensazioni si vivono..
nuove culture e persone si conoscono.
Viviamo il presente…questi fantastici momenti
e aspettiamo fiduciosi il futuro.

2014

2014
Tra vent’anni non saremo delusi delle cose che abbiamo fatto ma da quelle che non abbiamo fatto. Allora leviamo l’ancora,abbandoniamo i porti sicuri, catturiamo il vento nelle nostre vele. Esploriamo.. Sogniamo..Scopriamo. Mark Twain

2015

2015

2016

2016
UNITI..COMPATTI..PRATICAMENTE INDISTRUTTIBILI!!!

2017

2017
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. Dalai Lama

CDPpino RUNNER…


Allenati come un atleta.
Mangia come un nutrizionista.
Dormi come un bambino.
Vinci come un campione.
(Anonimo)

***

Quando stai per mollare, fermati un attimo e pensa al motivo per il quale hai resistito fino ad ora

Pensa alla meta, non a quanto sia lungo il tragitto

Rimboccati le maniche e non avere paura della fatica

Guardati allo specchio e riconosci quel sognatore che ti sta di fronte

Lotta e combatti e quando ciò che desideri sarà tuo

porta una mano al cuore e sentirai in ogni singolo battito

l'eco di ognuno dei passi che hai compiuto

See you at finish line!

(CI VEDIAMO AL TRAGUARDO)

mercoledì 30 giugno 2010

Un CDPpino alla corte di Re Laurino

LAURINO E' IL LEGGENDARIO RE
DELLA VAL DI FASSA
*
DA MARCHINO...
IL GIGANTE BUONO
*
(il vostro inviato in Val di Fassa)

PRIMA TAPPA



Oggi 27 giugno, alle 17.00 in punto, è finalmente partita la 12a edizione della Traslaval con un “prologo” di 8,5 km con partenza ed arrivo a quota 1400 ed una puntata a quota 1930 metri. Il via è stato dato nel momento in cui i ballerini di legno, dell'orologio del palazzo comunale di Canazei, sono rientrati all'interno dello splendido meccanismo dopo aver effettuato le piroette che da secoli segnalano lo scoccare di ogni ora. I podisti presenti, oltre quattrocento, sono partiti con addosso la commozione per il lungo applauso che pochi attimi prima aveva salutato il ricordo dell'amico Giancarlo Sforna che, dopo aver partecipato a sei edizioni, si era anche quest'anno iscritto alla corsa a tappe che si snoda in tutta la Val di Fassa.
L'avvio, come spesso accade da queste parti, è stato immediatamente caratterizzato da una lunga salita di circa tre chilometri, per lo più su mulattiere sterrate, con pendenze molto accentuate. Al termine di questo primo tratto, il percorso si è inerpicato su un ripido pendio sul quale zigzagava un sentiero strettissimo, mai più largo di settanta/ottanta centimetri, con pendenze mozzafiato, valutabili fra il venti ed il trenta per cento.
Come subito avrà immaginato chi conosce il vostro inviato, alla difficoltà per il primo lungo tratto di salita, all'interno del quale c'erano comunque alcuni tratti “corribili” anche per il sottoscritto, sono subentrati prima lo scoramento e poi lo sgomento. Anche perché bastava alzare lo sguardo per rendersi conto che non si vedeva la fine di quel supplizio, anzi l'impressione era quella di una salita interminabile. A parziale consolazione c'era lo scorrere intorno di un paesaggio stupendo, l'alternarsi di tratti di prato e di tratti nei quali il percorso si incuneava all'interno di boschi di altissimi e verdissimi abeti. Questi ultimi con la loro ombra e con la loro produzione di ossigeno, garantivano il necessario refrigerio dal calore di una giornata limpida ed assolata.
Quando, dopo ben più di un chilometro di quella salita impossibile, una gentile signora ci annunciava che “ solo cento metri e c'è il ristoro e poi comincia subito la discesa” la sua erre arrotata mi è sembrata il canto di un coro di angeli.
Fatti i cento metri e presi due bicchieri d'acqua al ristoro, mi sentivo pronto, dopo tutto quel procedere faticosamente al passo, a gettarmi finalmente verso valle. Ma non avevo fatto i conti con lo stupore che può provocare la bellezza di quei luoghi unici per la loro bellezza.
Infatti, girato intorno all'ultimo costone di roccia, mi si apriva davanti agli occhi un panorama mozzafiato. Alla sinistra, l'imponente massa rocciosa del Sasso Pordoi, ai piedi del quale, in un triangolo di prato alla base della roccia, e subito sopra al bosco, potevo ammirare il quadretto costituito da un gruppo di casette abbarbicate sul pendio erboso. A destra l'altrettanto imponente veduta del Sas Becè. Il tutto in pieno sole, in un pomeriggio splendido, caratterizzato dalla nitidezza di un cielo completamente sgombro di nubi.
Approfittavo della presenza del simpaticissimo Roby, bolognese da anni aiutante fisso dell'organizzazione, e della sua immancabile macchina fotografica, per immortalare il momento.
Mi gettavo quindi giù per l'impervia discesa sperando di recuperare qualche posizione in classifica. In effetti nel primo tratto sono riuscito a recuperare una dozzina di posizioni fino al “fattaccio” che doveva condizionare la mia gara odierna e probabilmente anche la prestazione complessiva.
*Subito dopo il secondo rifornimento, posto al passaggio per il rifugio del Lupo Bianco, stavo rimontando un podista, che avevo davanti oramai da qualche centinaio di metri, quando l'ho visto improvvisamente sparire sulla destra del sentiero. Il poveretto, indeciso sul come evitare un masso roccioso che affiorava dal terreno proprio al centro del sentiero, si era buttato, all'ultimo momento, sulla destra, con il risultato di perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente. Le sue condizioni sono subito apparse se non gravi almeno preoccupanti, tanto da impormi di fermarmi per soccorrerlo. Accertato che non c'era ne l'evidenza di fratture, ne di colpi alla testa, ho subito capito che il forte dolore che accusava alla coscia destra era dovuto ad un forte stiramento. Luigi, questo era il suo nome, riusciva a rimettersi in piedi solo dopo sei o sette minuti e poi appoggiandosi al sottoscritto riusciva penosamente a scendere il sentiero che dopo circa trecento metri rientrava per un breve tratto sulla statale che sale al passo Pordoi. Lì, dopo un po', lo lasciavo alle cure di alcuni addetti al percorso che, precedentemente allertati da altri corridori, avevano già chiamato l'ambulanza. In tutto avevo impiegato circa diciassette minuti per percorrere circa trecento metri. Se mai avessi coltivato sogni, non dico di classifica, ma di miglioramento della mia prestazione dell'anno scorso, erano già andati in frantumi. Mi rimettevo comunque in corsa e raggiungevo il traguardo senza altri imprevisti. Tempo finale: 1 ora 25 minuti e spiccioli. Dietro di me solo 49 concorrenti e tutti annoverabili alla categoria dei “camminatori”, cioè di quei partecipanti che affrontano il percorso con l'intenzione dichiarata di farlo quasi tutto al passo se non corricchiando nei tratti più facili. Vi dico subito che come dopo la tempesta arriva il sereno anche nel mio caso dopo il rammarico e la delusione per l'accaduto è però arrivato anche il momento della soddisfazione e del sorriso. Infatti dopo un po' è arrivata l'ambulanza e quando ho visto Luigi scendere e seppure con una certa difficoltà camminare lentamente verso il punto di ristoro, mi è tornato il buonumore. Quando poi si è girato verso di me e riconoscendomi mi ha salutato e chiamato a sé non nascondo che l'emozione è stata forte. Ma torniamo alla gara, che si è conclusa con un colpo di scena finale non frequente su queste strade. Per la prima volta dopo undici edizioni si è assistito ad un arrivo in volata deciso da un immaginario fotofinish, che naturalmente gli organizzatori non avevano predisposto, perché mai avrebbero immaginato potesse essere necessario. All'ingresso della piccola piazza arrivavano spalla a spalla il marocchino Ghallab e il nostro Battelli, i due si sono impegnati in uno strenuo sprint senza vincitori ne vinti, che ha avuto qualche coda polemica, perché nella foga degli ultimi metri, il piede sinistro di Ghallab ed il destro di Battelli si incrociavano provocando la caduta di quest'ultimo. La foto di rito è quantomai curiosa, in quanto si vede Ghallab che con il peto taglia il nastro d'arrivo, tenuto dalle due miss in costumi valligiani, mentre il povero Battelli è in caduta e passa sotto lo stesso nastro finendo rovinosamente a terra. Per fortuna dopo qualche attimo di naturale e comprensibile risentimento il buon Battelli si rendeva conto dell'involontarietà del contatto e fra i due si ristabiliva la pace. Sempre in campo maschile si è dovuta registrare l'imprevista difficoltà del vincitore delle due ultime edizioni, Emanuele Zenucchi, che accusava un affaticamento muscolare che lo penalizzava relegandolo in quinta posizione a 2 minuti dai primi. A mescolare ulteriormente le carte arrivava dopo qualche minuto la notizia che il terzo ed il quarto arrivati, avevano sbagliato strada a poche centinaia di metri dal traguardo quando erano in testa ed in lotta spalla a spalla per aggiudicarsi la tappa. Molto più lineare l'andamento in campo femminile dove la rumena Ana Nanu, già vincitrice delle ultime due edizioni, confermava il proprio predominio aggiudicandosi nettamente la tappa.
Marco Saltalippi, Canazei, 27 giugno 2010.
*
SECONDA TAPPA

Oggi lunedì 28 giugno, per tutti noi podisti affezionati alla Traslaval, è il giorno della cronometro. La massa dei partecipanti prenderà infatti il via con partenza ogni 15 secondi con ordine invertito rispetto all'arrivo della prima tappa. Partirà quindi per primo l'ultimo in classifica, dopo 15 secondi il penultimo e così di seguito tutti gli altri. Fanno eccezione le prime dieci donne e i primi venti uomini che partiranno nell'ordine della classifica con gli stessi distacchi accusati la sera prima. In questo modo il primi arrivati saranno automaticamente anche i primi della classifica provvisoria al termine della cronometro stessa. Partenza ed arrivo sono posti su un grande prato pianeggiante situato lungo il torrente Avisio in località Fontanazzo. La giornata anche oggi è serena e la cornice data dalle montagne è stupenda. Il percorso di soli 6 km. e 500 metri segue il torrente in discesa per i primi 1800 metri, mantenendosi sul lato destro, poi dopo averlo attraversato su un piccolo ponte lo lascia per inerpicarsi sul fianco della montagna. Ci si immerge così nel bosco di abeti dove si corre soli con lo scalpiccio dei propri piedi e con le figure in lontananza dei corridori partiti 15 o 30 secondi prima. Poi la salita diventa più dura e solo i più forti riescono ancora a correre mentre i poveri mortali, il vostro cronista fra i primi, si mettono necessariamente al passo. La salita comunque questa volta non è lunghissima e dopo circa un chilometro e mezzo si scollina e comincia la discesa. Quest'ultima, che ci è stata presentata come “molto tecnica” è in realtà a tratti talmente impervia da diventare forse anche più dura della salita e certamente più pericolosa. In particolare due brevi tratti di circa cento metri l'uno erano veramente duri sia per la forte pendenza che per le caratteristiche del fondo su cui si correva. Il primo era costituito da erba che, soprattutto i primi atleti transitati, hanno trovato ancora bagnata dalla rugiada notturna. Il secondo tratto aveva invece un fondo di pietre lisce ed infide. C'era poi un ulteriore punto difficile in un tratto di alcuni metri in cui il terreno aveva ceduto ed il sentiero, già largo appena settanta centimetri si era ristretto ad appena una ventina, giusto lo spazio per appoggiare un piede. Un incaricato dell'organizzazione era comunque posto pochi metri prima per segnalare la difficoltà al sopraggiungere dei podisti. Fortunatamente c'è stata solo qualche scivolata qua e là ma nessuno ha riportato seri danni e tutti alla fine hanno potuto tagliare il traguardo senza problemi. Gli ultimi due chilometri erano in leggera salita di nuovo lungo l'Avisio, questa volta lungo la sponda sinistra. Ai duecento metri finali si attraversava un ponte e ci si immetteva nuovamente sul prato dove era l'arrivo. Vi dico subito che finalmente dopo anni ed anni di corse prive di soddisfazioni, ho anch'io vissuto il mio quarto d'ora (forse anche mezz'ora) di gloria. Infatti, a causa del sistema di partenze scaglionate previsto dagli organizzatori, il problema che ieri mi aveva fatto perdere decine di posizioni in classifica oggi mi ha avvantaggiato. Sono infatto partito per cinquantesimo e tutti quelli partiti davanti a me erano come già spiegato ieri onesti camminatori, così come pure quelli partiti immediatamente dopo. Questo mi ha consentito abbastanza agevolmente di correre in rimonta tanto che, superato l'ultimo “avversario” sulla salitella del ponte sull'Avisio potevo presentarmi solitario sul rettilineo d'arrivo come primo concorrente giunto al traguardo. In realtà una ventina di concorrenti “giornalieri” erano già arrivati perché partiti qualche minuto prima di tutti gli altri, ma lo speaker mi annunciava come primo dei concorrenti e con il miglior tempo utile ai fini della classifica generale. Non vi nascondo che ogni volta nei successivi quindici/venti minuti sentivo annunciare i tempi di chi arrivava, e confermare che il tempo migliore restava quello di Marco Saltalippi, un certo piacere l'ho provato. Mi sentivo un po' come quegli sciatori che hanno il miglior tempo parziale dopo la seconda manche ed aspettano sul palco la discesa degli altri. E proprio come spesso succede anche a loro, ad un certo momento il mio tempo è stato battuto e di me non si è parlato più, ma tant'è. Ma veniamo al resoconto della gara. In campo femminile c'é stata la conferma della Nanu che ha ulteriormente distanziato le avversarie. In campo Maschile invece la lotta si fa sempre più serrata infatti mentre Ghallab ha distanziato di qualche secondo Battelli, alle loro spalle c'è stata la rimonta di Concas che si è avvicinato ottenendo il miglior tempo odierno anche se di appena una decina di secondi. Anche il buon Zenucchi ripresosi dalla defaiance del giorno precedente ha recuperato qualcosa ottenendo il secondo tempo di giornata. Comunque la lotta sembra veramente aperta con i primi quattro nello spazio di appena 30/40 secondi e Zenucchi a circa due minuti ma nella condizione, se avesse veramente superato il problema fisico, di poter far valere nelle prossime tappe la sua maggior propensione per le gare dure e lunghe.

Marco Saltalippi, Fontanazzo, 28 giugno 2010

2 commenti:

baby ha detto...

e 'n colpo quant s'è logorroico, me c'è voluto n giorno pe legge tutto l post....
la prossima volta strigne....le chiappe

the rock ha detto...

Pregevole cronaca che lascia trasparire fin troppa lucidità da parte del protagonista-narratore... (ingiustamente allocato dal crudele destino ad immeritato ruolo di cadetto...)