Tutto è concluso: è trascorsa una notte, per tanti interminabile con l'adrenalina ancora in circolo, passata ad occhi fissi verso il soffitto, con un accenno di sorriso compiaciuto a rielabolare ogni attimo di quei solo ora fantastici 42 km e tutto ciò che li ha preceduti e seguiti.
Io non c'ero, ma le telefonate a caldo sapevano di endorfine, di adrenalina, di acido lattico, di sangue ancora caldo ad affluire copioso ai muscoli, tanto da avvertire le stesse sensazioni.
Sensazioni tutte rappresentate nella bella foto del presidente che mostra orgoglioso una medaglia strameritata... lo stesso sorriso, misto magari ad una sacrosanta smorfia di fatica con cui aveva risposto all'ovazione di saluto del gruppo che l'ha incontrato al 39° km.
Penso a Remo: a cosa avrà provato quando un mito (se non il Mito) dei maratoneti rispondendo al suo giusto rispetto, lo incitava a proseguire da solo perchè andava più forte... forse la stessa cosa di quando le note di momenti di gloria hanno preceduto il via di Berlino?
Penso alla Lorena, quando dopo mesi travagliati per un infortunio che non voleva passare ha visto comparire dietro l'angolo piazza Santa Croce.... e a tutti gli altri, ognuno coi suoi pensieri, quando hanno ricevuto la medaglia al collo quale suggello di tanta fatica, impegno, sacrificio... la Maratona in fondo è tutto questo: ben fatto ragazzi!
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